In un villaggio sperduto nell’Italia del XII secolo, il misterioso ritrovamento di una ragazza senza nome né memoria appare da subito come un segno divino, in grado di riempire i cuori e le tasche dei poveri contadini. Ma il grande afflusso di pellegrini porta al villaggio anche un inquisitore e il suo apprendista, incaricati di indagare sull’effettiva santità della ragazza o sull’eventuale frode.
Attraverso interviste che sembrano confessioni o dialoghi col divino, si svilupperà un racconto ironico e corale che porterà il villaggio a confrontarsi con le responsabilità delle proprie scelte.
Locandina realizzata dagli sceneggiatori
In un villaggio sperduto nell’Italia del XII secolo, il misterioso ritrovamento di una ragazza senza nome né memoria appare da subito come un segno divino, in grado di riempire i cuori e le tasche dei poveri contadini. Ma il grande afflusso di pellegrini porta al villaggio anche un inquisitore e il suo apprendista, incaricati di indagare sull’effettiva santità della ragazza o sull’eventuale frode.
Attraverso interviste che sembrano confessioni o dialoghi col divino, si svilupperà un racconto ironico e corale che porterà il villaggio a confrontarsi con le responsabilità delle proprie scelte.
Nasce a Roma nel 1985. Dopo aver lasciato per due volte l’Università, si iscrive alla Scuola d’Arte Cinematografica “Gian Maria Volonté” per studiare Regia Cinematografica, diplomandosi nel 2013 con il film cortometraggio “Tanabata”, a cui seguiranno “Blue Screen” (premio della giuria al Torino Film Festival) e “What if birds aren’t singing, they’re screaming”. Nel tempo libero lavora come assistente alla regia per diversi film italiani.
Sceneggiatore e documentarista, ha frequentato la Scuola d’Arte Cinematografica Gian Maria Volonté e si è laureato in Antropologia Culturale. Anche grazie ad un’esperienza di studio alla New York Film Academy, ha approfondito il linguaggio del documentario contemporaneo. Ha scritto diverse opere cinematografiche tra cui il lungometraggio “Il flauto magico di Piazza Vittorio” presentato alla Festa del Cinema di Roma (2018) e i cortometraggi “Blue Screen” e “My Tyson”, premiati rispettivamente al Torino Film Festival e alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia.
A Nemoli, un piccolo paesino nel bel mezzo dell’Appennino Lucano, la vita scorre lentamente. Molto lentamente. Troppo lentamente. A Nemoli, ci si annoia a morte.
Lo sa bene Nicola che ha sedici anni e che affronta le vacanze di Natale del 2004 senza aspettarsi granché.
A stravolgergli la vita è una scheda prepagata che gli dà diritto a 600 minuti e 250 sms gratis. Adolescente scanzonato, inizia ad architettare scherzi telefonici sempre più complessi e sempre più divertenti. L’antidoto alla noia sembra servito, almeno fino a quando uno scherzo non viene fatto alla persona sbagliata…
Locandina realizzata dagli sceneggiatori
A Nemoli, un piccolo paesino nel bel mezzo dell’Appennino Lucano, la vita scorre lentamente. Molto lentamente. Troppo lentamente. A Nemoli, ci si annoia a morte.
Lo sa bene Nicola che ha sedici anni e che affronta le vacanze di Natale del 2004 senza aspettarsi granché.
A stravolgergli la vita è una scheda prepagata che gli dà diritto a 600 minuti e 250 sms gratis. Adolescente scanzonato, inizia ad architettare scherzi telefonici sempre più complessi e sempre più divertenti. L’antidoto alla noia sembra servito, almeno fino a quando uno scherzo non viene fatto alla persona sbagliata…
Creativo, formato in design e specializzato in Arti Visive e Teatro, Nicola Ciuffo ha lavorato in diversi settori di queste discipline: dalla grafica alla comunicazione, dalla scenografia per il cinema a quella per il teatro. Dopo essere stato dietro le quinte, ha deciso di passare davanti, intraprendendo la carriera da attore e comedian. Il teatro gli ha salvato la vita, la stand-up comedy le ha dato un senso. Attualmente in tour col suo spettacolo Homo Precarius, vincitore della prima edizione del Premio Crodino Zelig Edition 2021.
Giuseppe Brigante cresce in un piccolo paese della Basilicata dove coltiva la passione per il cinema nei lunghi pomeriggi trascorsi alla sala cinematografica di famiglia. Prosegue gli studi a Roma dove si laurea in Scienze dello Spettacolo e si diploma sceneggiatore al Centro Sperimentale di Cinematografia. Scrive cortometraggi premiati nei più importanti festival europei e l’opera prima “Il Legionario” di H. Papou, vincitrice al Festival di Locarno. Collabora con produzioni come Groenlandia, Clemart e The Apartment.